<<Sono approdata al canottaggio poco dopo un intervento per un tumore al seno. L’effetto magico di questa disciplina su di me? Già alla seconda uscita avevo dimenticato il motivo che mi aveva condotta lì>>. In queste poche parole, testimonianza di una ex paziente oncologica, è racchiuso il significato e il valore di una disciplina che non è soltanto attività sportiva, ma riabilitazione fisica e psichica. Uno sport che diventa promotore di benessere e di prevenzione e che, nello specifico, favorisce percorsi di riabilitazione per persone che hanno sofferto di pregresse patologie oncologiche.
Il progetto “Sport Terapia Integrata” è questo e molto di più. Promosso dalla Federazione Italiana Canottaggio, da Federsanità e A.N.C.I, l’iniziativa si rivolge principalmente alla riabilitazione delle donne operate al seno, ma anche a chi vuole intraprendere un percorso di corretto stile di vita. Il Piemonte è la Regione pilota, dopo l’esperienza del Lazio, per l’attuazione di questa iniziativa resa possibile da una collaborazione che coinvolge anche le ex pazienti, i Circoli remieri e gli Ospedali.
<<Il canottaggio diventa, in ambito medico sanitario, attività elettiva per la completezza nell’impiego dei distretti muscolari e per la caratteristica di “morbidezza” del gesto tecnico, favorito dalla unicità dell’azione su un carrello scorrevole che annulla le compressioni articolari>> ha dichiarato la presidente Nazionale di Federsanità Tiziana Frittelli. Straordinario anche il contatto con la natura attraverso la pratica all’aria aperta, aspetto che favorisce il rafforzamento del metabolismo cellulare tramite l’azione benefica della luce solare.
Il canottaggio convoglia corpo e mente verso uno stato meditativo, di grazia, quello che gli inglesi chiamano “swing” come ricorda un’altra ex paziente: <<Il canottaggio comporta liberare la mente da tutti i pensieri e dalle preoccupazioni che affliggono ognuno di noi. A questo segue un gesto tecnico meraviglioso che rappresenta quasi una danza. Dal primo giorno di allenamento, ho dimenticato il motivo che mi aveva spinta ad avvicinarmi a questa fantastica disciplina: per me è stato trasformare una brutta esperienza in qualcosa di positivo>>.
In questo contesto la parola “integrata” ha un peso e un significato fondamentale perché rimanda all’inclusione, cioè alla formazione di un equipaggio misto di donne, e uomini, ex pazienti oncologici e di sportivi. In Piemonte sono 4 i circoli remieri che hanno aderito all’iniziativa: Armida, Caprera, Cerea e CUS Torino. Nelle loro sedi le ex pazienti inviate dalle Breast Unit potranno svolgere la propria attività seguite da istruttori federali individuati dai circoli remieri che hanno aderito all’iniziativa. <<Il canottaggio è ideale per la riabilitazione e per scoprire un nuovo stile di vita a contatto con la natura nel quadro ampio di Sport e Salute – ha spiegato il coordinatore del progetto Nicolò Cavalcanti – Pratica all’aria aperta e il concetto di equipaggio rendono il canottaggio disciplina eletta per chi ha affrontato il percorso faticoso della malattia come ad esempio la patologia oncologica>>.
Il legame tra Just the Woman I Am, la corsa-camminata di 5 chilometri a sostegno della ricerca universitaria sul cancro, e il canottaggio è di vecchia data. Fin dalla sua prima edizione l’evento, che quest’anno si svolgerà domenica 5 marzo 2023, promuove e sostiene i progetti di riabilitazione oncologica attraverso lo sport e il canottaggio in particolare per quanto riguarda le donne operate di tumore al seno. Nel 2022 inoltre ben 84 atleti olimpici del canottaggio hanno partecipato all’evento con uno dei team più numerosi ribattezzati per l’occasione “Just The Italian Rower I Am”: una vera e propria squadra dell’Italia del canottaggio nata grazie a Just The Woman I Am.